Nel panorama musicale italiano, raramente una canzone pop jazz riesce a coniugare ritmo accattivante, sonorità latine e denuncia politica. “Folle Follia (Netanyahu Dance)” lo fa senza mezze misure. Un brano esplosivo che, sotto l’apparente leggerezza swing di un piano frizzante e un sax sornione, nasconde un messaggio tagliente: la critica feroce all’azione militare israeliana contro l’Iran, sfociata in una delle più gravi crisi geopolitiche del 2025.
Un commento
Il teatro della politica messo in musica
Il brano prende di mira, senza mezzi termini, le azioni aggressive del premier israeliano Benjamin Netanyahu, rappresentato come un leader che “balla” sul palco della geopolitica mondiale mentre attacca l’Iran con pretesti infondati. La canzone affonda il colpo con versi taglienti e diretti: “Non si può negoziare con una mano e con l’altra stringere il grilletto piano”.
Un verso che condensa tutta l’ipocrisia di certe manovre politiche, denunciate con la forza di un ritornello orecchiabile che diventa coro collettivo: “Perché balliamo ancora questa pazzia?”.